Occhi chiari e lineamenti delicati. Alta, bella e grintosa. Ha 22 anni, Kayla Martell, la reginetta del Delaware, nonché concorrete per l’ambitissimo titolo di Miss America 2011. Ma veniamo ai segni particolari: calva. Poche lettere che rischiano di danneggiare tutto il resto, di annientarlo in un batter d’occhio.
“Era destino che nascessi così”, risponde miss Delaware alla stampa americana, mostrando un carattere forte e un temperamento maturo. “Questo ha fatto di me una persona speciale e mi ha aperto tante porte”. Ha le idee chiare, Kayla, e personalità da vendere: “Partecipo per i quasi cinque milioni di americani che hanno il mio stesso problema, l’alopecia areata”. Una malattia non grave, ma che non passa inosservata. Tanto più in una società che fa di cliché virtù.
Da simbolo di forza nel racconto biblico di Sansone, a segno del potere ammaliatore nel mito di Medusa. Da sempre i capelli fanno parte degli stereotipi che tracciano i canoni di bellezza a cui tutti siamo abituati. La società, però, non è totalmente anelastica: concede qualcosa, anche se è più magnanima con gli uomini. Nessuno resta stupito nel vedere un uomo senza neppure un capello, ma quando si tratta di una donna, allora proprio no. La capigliatura è seduzione, controllata e calibrata al millimetro. Il taglio scelto parla di sé, come il colore e la piega. Libertà di apparire come si vuole, ma che a volte sconfina nell’obbligo di rispettare i dettami delle mode.
Ecco che Kayla spariglia le carte: con una parrucca bionda ha conquistato il titolo del Delaware, ma annuncia di volersi presentare senza finti capelli alla sfida più importante. E’ decisa e, a chi piace, piace anche per questo. Chissà se il regolamento le imporrà di coprirsi il capo, o se sarà semplicemente eliminata dopo aver esaudito il sogno di cavalcare una passerella così importante al naturale. Di certo le esperienze che ha avuto l’hanno forgiata e preparata a battersi per quello in cui crede “A 11 anni, quando mi hanno diagnosticato l’alopecia, i miei genitori volevano iscrivermi in una scuola privata della nostra zona, ma non mi hanno accettata. Non capisco come una scuola possa essere così rigida su cose tanto insignificanti, come i capelli Più crescevo, più mi dicevo: sono solo capelli!”, scrive la reginetta sul suo blog.
Alessia Gabrielli
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