L'altro giorno mio figlio mi ha scattato delle foto: ero in casa e non indossavo la parrucca, la testa era coperta dal cappuccio della felpa.
Oggi le ho scaricate e mi sono guardata.
Mi sono stupita di quello che ho visto: gli occhi tristi, un sorriso tirato, ma soprattutto il capo non completamente coperto dal cappuccio, che sembrava malamente rasato: in una sola parola MALATA o per essere buoni convalescente.
Mi sono venute in mente quelle foto di donne in bianco e nero chiuse in qualche lazzareto, o appena uscite dall'ospedale, oppure quelle punite per aver fatto qualcosa di non conforme alla società dell'epoca.
Un brivido lungo la schiena mi è corso dalla punta del capo ai piedi.
Io non sono quella della foto.
Mi sono fatta compassione da sola.
E non riesco a togliermi di mente quell'immagine e le altre alle quali rimanda.
Ciao cara Bianca, lo so, capita anche a me. Mi sento come trafitta da immagini che non mi rappresentano. Non mi sento in quel modo, non mi riflettono. Soprattutto, quello che mi copisce di piu', e' la fatica mi si legge negli occhi quando guardo le mie foto. Eppure io non mi sento cosi'. Ti abbraccio.
RispondiEliminaNon mi sento il quel modo, non mi riflettono. E' così!! eppure l'accettazione dell'Alopecia Areata è passata anche attraverso delle foto. Nel prossimo post voglio scriverlo.
RispondiEliminaun abbraccio